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  • Centro di ricerca interdisciplinare sulla Sostenibilità e il Clima

COP28, emissioni, profitti da combustibili fossili e clima: "Le emissioni di gas serra continuano a salire e il riscaldamento globale accelera, le azioni per contrastarlo mancano o sono lente". A margine della conferenza, l'intervento di Roberto Buizza

Data pubblicazione: 11.12.2023
Per la prima volta in due giorni del 2023 il riscaldamento medio globale ha superato 2.0oC
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"Mentre i rappresentanti di tutti i Paesi si incontrano alla riunione COP28 per discutere su come affrontare il cambiamento climatico, a livello globale le emissioni di gas serra continuano a salire, e il riscaldamento globale accelera. Le azioni concrete o mancano del tutto o, se vengono prese, sono troppo poco incisive e troppo lente": l'intervento a firma di Roberto Buizza (docente di Fisica, Centro di ricerca interdisciplinare sulla Sostenibilità e il Clima della Scuola Superiore Sant'Anna) 

"E’ del 6 dicembre 2023 la notizia da Copernicus Climate Change Service/European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (C3S/ECMWF) che novembre 2023 è stato il novembre con la temperatura media globale più alta dal 1980. Con novembre, i 6 mesi da giugno 2023 sono tutti stati caratterizzati dalla temperatura media globale più alta dal 1980. Un dato che conferma che il 2023 sarà molto probabilmente l’anno più caldo dal 1980, con un riscaldamento di circa 1,4oC gradi rispetto al periodo pre-industriale (1850-1900).  

E’ utile ricordare alcuni dati pubblicati negli ultimi giorni sulle emissioni di gas serra, lo stato del clima, ed i profitti delle principali compagnie petrolifere. Dati che purtroppo indicano come la produzione globale di combustibili fossili continua a crescere, le compagnie petrolifere continuano ad aumentare i loro profitti, le emissioni di gas serra continuano a crescere, la concentrazione in atmosfera di anidride carbonica (CO2) e di metano (CH4) continua a salire, e la tempera media globale continua a crescere. 

In cifre, questo è quello che dicono i fatti.

Emissioni:

  • +1,1%: stima del possibile aumento delle emissioni globali di gas serra nel 2023 rispetto al 2022 legate ai combustibili fossili e all’utilizzo del suolo (dati GCB);
  • +1,3%: aumento delle emissioni globali di gas serra nel 2022 rispetto al 2021 (dati GCB);

Concentrazione di gas serra in atmosfera:

  • +0,4%: aumento nel 2023 rispetto al 2022 della concentrazione di CO2 (anidride carbonica) in atmosfera, che nel 2023 ha raggiunto un picco di 424 ppm (parti per milione) (dati NOAA/GML);
  • +0,6%: aumento nel 2023 rispetto al 2022 della concentrazione di CH4 (metano) in atmosfera), che nel 2023 ha raggiunto un picco di 1.922 ppm (dati NOAA/GML);

Produzione di combustibili fossili:

  • +4,2%: aumento della produzione di olio combustibile nel 2022, rispetto al 2021 (dati OWID);
  • +7,4%: aumento della produzione di carbone nel 2022 rispetto al 2021  (dati OWID);

Sovvenzioni, profitti legati ai combustibili fossili, e ‘Loss and Damage’ fund:

  • +28%: l’aumento delle sovvenzioni globali per i combustibili fossili nel 2022 rispetto al 2020 (stima IMF)
  • 300 b$: profitti delle 15 maggiori compagnie petrolifere nel 2022;
  • 100+ b$ (400-1.000 b$): stima del valore del fondo ‘Loss and Damage’ deciso alla COP27 (dati COP)

Riscaldamento globale:

  • +0,25oC: l’aumento della temperatura media globale prevista per il 2023 rispetto al 2022 (dati C3S);
  • +1,4oC: l’aumento della temperatura media globale rispetto alla media pre-industriale (1850-1900) prevista per il 2023 (dati C3S);
  • Tutti i mesi da giugno a novembre sono stati caratterizzati dalla temperatura media globale più alta mai registrata dal 1980; ci si aspetta che il 2023 sarà l’anno più caldo dal 1980 (dati C3S).

Di seguito ulteriori informazioni su questi dati.

  1. Emissioni di gas serra

Global Carbon Budget (GCB) ha appena rilasciato le stime per il 2023 che mostrano che anche quest’anno le emissioni globali legate ai combustibili fossili sono cresciute del 1,1% rispetto al 2022. Il rapporto di GCB prevede che le emissioni globali totali di CO2 (legate all’utilizzo di combustibili fossili, e del suolo) saranno di 40,9 miliardi di tonnellate nel 2023. Si tratta di un dato più o meno identico a quello del 2022 e fa parte di un "plateau" di 10 anni, ben lontano dalla forte riduzione delle emissioni che è urgentemente necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici globali.

La Commissione Europea riporta che nel 2022 le emissioni globali di gas serra da tutti I settori (non solo quindi legate ai combustibili fossili e all’utilizzo del suolo) sono state 53,7 Gt-CO2-eq, circa 1,3% in più rispetto al 2021. (Dati da EDGAR, Emission Database for Global Atmospheric Research dell’Unione Europea).

  1. Produzione di combustibili fossili

Our World in Data riporta che la produzione globale di combustibili fossili continua a crescere, e nel 2022 ha raggiunto 51.225 TWh (Tera Watt per hour) per olio combustibile (+4,2% rispetto al 2021), 48.490 TWh per il carbone (+7,4% rispetto al 2021), e 40.438 TWh per il gas (-0,2% rispetto al 2021). I dati indicano che se guardiamo agli ultimi 10 anni, in media la produzione di olio, carbone e gas è aumentata annualmente, rispettivamente di 0,8%, 0,7% e 2%.

  1. Sovvenzioni sui combustibili

Sovvenzioni sui combustibili fossili vengono introdotte per mantenere bassi i prezzi, e vengono classificate in sovvenzioni esplicite e implicite. Le sovvenzioni esplicite si verificano quando il prezzo al dettaglio è inferiore al costo di approvvigionamento di un combustibile. Le sovvenzioni implicite si verificano quando il prezzo al dettaglio non include i costi esterni, compresa l'imposta sui consumi ordinaria.

Il Fondo Monetario Internazionale (IMF) riporta che a livello globale, nel 2022 le sovvenzioni ai combustibili fossili sono stati pari a 7.000 b$, pari al 7,1% del PIL mondiale, con un aumento di 2.000 b$ dal 2020 legati al sostegno dei governi a causa dell'impennata dei prezzi dell'energia (le sovvenzioni erano 5.000 b$ nel 2019, pre-pandemia e pre-crisi energetica). IMF prevede che i sussidi diminuiranno nel breve termine con l'allentamento delle politiche di sostegno ai prezzi dell'energia e il calo dei prezzi internazionali, per poi salire a 8.200 b$ entro il 2030. Il 18% delle sovvenzioni del 2022 riflette la sotto-fatturazione dei costi di approvvigionamento (sovvenzioni esplicite) e l'82% la sotto-fatturazione dei costi ambientali e la rinuncia alle imposte sui consumi (sovvenzioni implicite), con la quota di esplicito che scende all'8% entro il 2030.

  1. Profitti delle maggiori compagnie petrolifere

Reuters ha riportato che nel 2022 le maggiori compagnie petrolifere mondiali hanno più che raddoppiato i profitti: ad esempio, le 6 maggiori compagnie hanno riportato profitti pari a 219 b$ (miliardi di dollari). Statista riporta che nel 2022 le prime 15 compagnie petrolifere del mondo hanno riportato profitti di circa 300 b$ (con valori individuali tra 7 e 49 b$). Riporta anche che nei primi mesi del 2023 i profitti di quattro delle maggiori compagnie petrolifere sono ancora più alti che nei primi mesi del 2022. Natural Resources Defense Council (NRDC) riporta che anche nel 2023 I profitti saranno sostanziali, e che l’industria petrolifera continua a pianificare future espansioni delle estrazioni di combustibili fossili.

  1. ‘Loss and Damage Fund’

Uno dei risultati principali della COP27 (Sharm El Sheikh, 2022) è stata la decisione dei Paesi di istituire e rendere operativo un fondo ‘Loss and Damage’, in particolare per le nazioni più vulnerabili alla crisi climatica. Si è parlato di un fondo di circa 100 b$ l’anno, cifra considerate troppo bassa dai Paesi più colpiti dagli eventi estremi, la cui frequenza ed intensità continua ad aumentare a causa del cambiamento climatico. I Paesi più colpiti parlano infatti della necessità di creare un fondo di almeno 300-400 b$ l’anno, idealmente di 1.000 b$ l’anno, per riuscire realmente ad aiutarli ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico, a cui molto speso non hanno contribuito. La costituzione di questo fondo è stata decisa durante la COP27, ma quanto i governi sono pronti a mettere a disposizioni è ancora da definire, ed è uno dei punti in discussione alla riunione COP28 (Dubai, 2023). E’ interessante contrastare queste cifre con i profitti delle sole maggiori compagnie petrolifere, e con le sovvenzioni annuali globali che i governi dedicano ai combustibili fossili, di cui abbiamo parlato qui sopra.  

  1. Concentrazione di CO2 in atmosfera

Il Global Monitoring Laboratory della National Atmospheric and Oceanic Administration di Mauna Loa (GML/NOAA) ha riportato un picco di concentrazione di anidride carbonica (CO2) in atmosfera di 424 ppm (parti per milione) nel 2023, un aumento dello 0,4% rispetto al 2022. Per il metano (CH4), ha riportato un picco di circa 1.922 ppm, un aumento dello 0,6% rispetto al 2022.

  1. Stato del clima

Il 6 dicembre 2023, Copernicus Climate Change Service ha comunicato che novembre 2023 è stato il novembre con la temperatura media globale più alta dal 1980. Con novembre, i 6 mesi da giugno 2023 sono tutti stati caratterizzati dalla temperatura media globale più alta dal 1980. Un dato che conferma che il 2023 sarà molto probabilmente l’anno più caldo dal 1980, con un riscaldamento di circa 1.4oC gradi rispetto al periodo pre-industriale (1850-1900). 

La copertina, da Copernicus Climate Change Service (C3S; ente Europeo di cui l’Italia e il Regno Unito sono Stati fondatori e Stati Membri), mostra che per la prima volta in due giorni del 2023 il riscaldamento medio globale ha superato 2.0oC. Questa è la dichiarazione sullo stato del clima di Carlo Buontempo, Direttore di C3S: "Il record ERA5 ora contiene due giorni in cui le temperature globali superano il livello preindustriale di oltre 2.0°C.  Il fatto che ciò avvenga nello stesso mese in cui i leader mondiali si riuniranno per fare il punto sui progressi compiuti verso il rispetto degli impegni dell'Accordo di Parigi alla COP28 invia un messaggio molto chiaro: è giunto il momento di un'azione definitiva per affrontare il cambiamento climatico. … Sebbene il superamento della soglia dei 2.0°C per un certo numero di giorni non significhi che abbiamo violato gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, più spesso superiamo questa soglia, più gravi diventeranno gli effetti cumulativi di queste violazioni”.

  1. In conclusione

L’unico modo per limitare il riscaldamento futuro è di ridurre immediatamente e sostanzialmente le emissioni dei gas serra in atmosfera. Purtroppo, i numeri ed i fatti riportati indicano che a livello globale, al contrario, si continua ad estrarre e bruciare combustibili fossili, che causano un aumento della concentrazione dei gas serra in atmosfera, che causa il riscaldamento climatico. 

La figura 2 (in calce) mostra che dal 1990 al 2021, le emissioni globali di gas serra sono aumentate da 37,8 a 54,5 Gt CO2-eq. Negli ultimi 10 anni, dal 2012 al 2021, sono salite ogni anno, in media, del 2,4%. La figura mostra due proiezioni di emissioni se si riducessero le emissioni globali dal 2022 al 2050 ogni anno del 2% (linea rossa) o del 5% (linea blu). E’ evidente che neanche con una riduzione del 5% annuo si riuscirebbe a raggiungere il livello zero, ma si continuerebbe ad emettere 12 Gt (una riduzione del 78% rispetto al valore del 2021). Questo indica che quindi occorre non solo invertire la tendenza da una crescita del 2,4% ad una diminuzione, ma occorre accelerare la transizione, per ottenere riduzioni di almeno il 5%.

Ad oggi metodi alternativi alla riduzione delle emissioni come l’assorbimento e l’immagazzinamento dei gas serra (‘Carbon Capture and Storage’, CCS) si sono dimostrati capaci di assorbire solo una piccola percentuale delle emissioni su cui agiscono. Per il futuro, si stima che nella migliore delle ipotesi potranno assorbire tra il 5% ed il 15% delle emissioni globali. Si stima anche che i sistemi naturali di assorbimento di gas serra (‘Natural Based Solutions’, NBS), ad esempio legati alla re-forestazione, potranno contribuire ad un assorbimento di circa il 5% delle emissioni globali. Queste stime indicano che anche nelle ipotesi più ottimiste, occorre ridurre sicuramente di almeno l’80% le emissioni attuali se si vuole raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette. In sostanza, occorre spingere per un ‘phase out’ di tutti i combustibili fossili (carbone, olio combustibile e metano) nel più breve tempo possibile, in modo da raggiungere l’obiettivo globale di ‘net-zero emissions’ entro il 2050.

Purtroppo, invece che ridurre rapidamente le emissioni di gas serra per cercare di limitare il riscaldamento futuro, i dati riportati indicano che a livello globale si continua ad estrarre sempre più combustili fossili, che causano un continuo aumento delle emissioni di gas serra e quindi il loro accumulo in atmosfera, che causano un continuo aumento del riscaldamento globale".

Per approfondimenti:

La foto in copertina, da Copernicus Climate Change Service (C3S; ente Europeo di cui l’Italia e il Regno Unito sono Stati fondatori e Stati Membri), mostra che per la prima volta in due giorni del 2023 il riscaldamento medio globale ha superato 2.0oC.